Bertolt Brecht

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Acque percorse! Boschi di begli alberi!

Odore di mirtilli e betulle!

Vento di molte voci che va ondulando un alito

mite come se fossero, quei recipienti del ferro e del latte

che rotolano là dalla fattoria bianca, aperti!

Odoro e suono e immagine e senso si confondono.

L'esule siede nella valletta dei salici e torna

a riprendere il suo arduo mestiere: sperare.

 


 

Bertolt Brecht

 

 

 

Nato a Augusburg [Baviera] nel 1898 (morto a Berlin nel 1956), figlio dell'amministratore delegato di un'impresa industriale,. Il suo nome completo era Eugen Berthold Firedrich Brecht. Cominciò a scrivere pubblicamente durante la prima guerra. Cronista teatrale, divenne amico del comico K. Valentin. Trasferitosi a Monaco (1920) e poi a Berlin (1924), lavorò per il teatro collaborando con i registi M. Reinhardt e Erwin Piscator, con i musicisti Kurt Weill, Hans Eisler e P. Hindemith, con gli scrittori A. Bronnen e L. Feuchtwanger, con il disegnatore G. Grosz. Nel 1926 sposò l'attrice Helene Weigel. Si avvicinò al marxismo influenzato da F. Sternberg, W. Benjamin, e soprattutto da K. Korsch. Dopo il 1930 agì sempre più in stretto contatto con il partito comunista tedesco.

Il giorno dopo l'incendio del Reichstag lasciò la Germania. Dopo brevi soste in Svizzera e francia si stabilì a Svendborg (isola di Langeland, Danimarca) insieme alla moglie e alla collaboratrici Margarethe Steffin e Ruth Berlau.

Nel 1935 compì viaggi a Mosca New-York e Paris dove pronunciò un polemico intervento al congresso degli scrittori antifascisti. Nel 1939-1940 fu in Svezia. Quando i nazisti invasero la Danimarca, riparò in Finlandia e nel maggio 1941, poco prima che le truppe naziste entrassero anche in quel paese, scampò a Mosca da dove, via Vladivostok, raggiunse fortunosamente gli Stati Uniti dove rimase per sei anni, quasi isolato. Visse progettando film per Hollywood. Collaborò con il poeta W.H. Auden e con il regista Fritz Lang. Nel 1947, regista J. Losey, con C. Laughton come attore protagonista, andò in scena a Hollywood con scarso successo Vita di Galilei. Inquisito dal Comitato per le attività antiamericane, tornò in europa nel 1948. Raggiunse Berlin est, dove organizzò la celebre compagnia Berliner Ensemble (1949), prima al Deutsches Theater e poi al Theater am Schiffbauerdamm, insieme alla moglie l’attrice Helene Weigel. Fino all'ultimo lottò contro la burocrazia del regime.

 

 

 

LA PRODUZIONE POETICA

La produzione poetica di Brecht è vasta ma assai disordinata: in parte non raccolta in volume, in parte intrecciata alla struttura dei drammi teatrali, entro i quali trovano posto non di rado canzoni in versi. D'altra parte la poesia doveva essere, nelle intenzioni dell'autore, un utensile, uno strumento di azione e di insegnamento, un momento dunque tutt'altro che assoluto e supremo dell'attività intellettuale.

Dalla poesia brechtiana è esclusa la figura dell'io quale centro emotivo del discorso: l'io, quando esiste, è esso stesso parte in causa e oggetto di riflessione e di analisi. Manca inoltre ogni effetto di scoperta del mondo nell'atto della scrittura: i versi si misurano piuttosto con la dura esistenza della realtà, prendendovi posizione con nettezza. In questo modo vengono meno due dei caratteri fondamentali della struttura lirica della tradizione moderna. Quanto al linguaggio, l'interesse brechtiano non è mai per la suggestione analogica, per la raffinatezza retorico-formale, per lo scontro tra significante e significato; possono esservi giochi di parole, ma la lingua non è mai oggetto di interesse in se stessa: al contrario, la lingua è asservita a un fine pratico di conoscenza, di dimostrazione e di persuasione. La parzialità è il punto d'onore della lirica brechtiana, ma, essendo escluso ogni privilegio soggettivo, si tratta di una parzialità fondata su valori non personali ma politici e ideologici. Da questo punto di vista ben si mostra la connessione organica tra posizioni di poetica e posizioni ideologiche, che per Brecht significano adesione alla prospettiva marxista della lotta di classe: la poesia è al servizio di questa parzialità di classe.

I temi brechtiani prendono spesso spunto dalla cronaca, soprattutto la più comune e bassa, con un gusto anche del grottesco e del macabro e della deformazione di marca espressionistica. Gli episodi di cronaca assumono un rilievo allegorico grazie al caricamento di senso che il poeta s'incarica di compiere, generalmente in modo del tutto esplicito e dichiarato. A volte a essere soggetto dei testi sono direttamente le grandi questioni storico-politiche che riguardano il presente, come la vittoria del nazismo e la scelta della guerra; in questi casi la posizione dell'autore, identificata con quella di classe del proletariato, è fatta risaltare o per mezzo del contrasto ironico o attraverso l'impiego di tecniche epigrammatiche di grande efficacia, senza escludere tuttavia la possibilità dell'apostrofe e dell'invettiva.

Brecht dunque ha operato una vera e propria inversione di tendenza rispetto agli orientamenti otto-novecenteschi. Alle suggestioni dell'ineffabile e alla dilatazione semantica della parola ha sostituito la concretezza del linguaggio preciso e, come è stato detto, «oltraggiosamente prosastico», all'ansia dell'ignoto il rapporto con concrete situazioni storico-sociali, alle disperazioni solipsistiche il dovere per il poeta di assumere nel suo lavoro precise responsabilità sociali, all'evasione dalla realtà i concreti interrogativi sulla realtà. Moltissime delle sue canzoni, songs, ballate e liriche sono state musicate da Kurt Weil.

 


 

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